venerdì 25 dicembre 2009

L'euforia dell'identità



"Ma è uno squallore, uno squallore" disse la signora, e la sua voce vibrava di sofferenza, come se la stessero violentando "è lo squallore imbellettato!E noi siamo quelli che imbellettano lo squallore!".
"Esattamente"disse Leroy. E Chantal avvertì in quell'esattamente il piacere che gli procurava la sofferenza della distinta signora.
"Ma allora dove sta la grandezza della vita?Se siamo condannati al cibo, al coito,alla carta igienica, chi siamo noi? E se solo di questo siamo capaci, che orgoglio può mai darci il fatto di essere, come ci fanno credere,individui liberi?".
Chantal guardò la signora e pensò che era la vittima ideale di un'ammucchiata. La immaginò mentre la spogliavano e incatenavano il suo corpo sfiorito e distinto, e la costringevano a ripetere le sue ingenue verità intanto che gli altri,davanti a lei,copulavano e si esibivano...
Leroy interruppe le fantasie di Chantal: "la libertà?Vivendo il proprio squallore, ciascuno può essere felice o infelice. la libertà consiste appunto in questa scelta.Ciascuno è libero di dissolvere la propria individualità nel pentolone della moltitudine provando o un senso di sconfitta o un senso di euforia. QUANTO A NOI, MIA CARA SIGNORA, ABBIAMO SCELTO L'EUFORIA".

Da "L'identità" di Milan Kundera 1997

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