sabato 17 dicembre 2011

Imperdibile Humor Acqueo: barriere architettoniche per i fanatici!!!

Il fanatismo ideologico, di qualunque colore sia, comporta problemi di relazione ma anche...ostacoli architettonici. Ridiamoci sopra anche se la cosa in relatà è tragica (soprattutto per chi ne è affetto).
Attenzione: essere troppo "convinti" delle proprie "idee", allo steso modo, porta identici problemi.

sabato 3 dicembre 2011

Metaforica Mente

" Io credo che la metafora sia la moneta della mente. E' tramite il significato della metafora che noi generiamo nuove percezioni del mondo ed è sempre tramite essa che organizziamo e diamo senso all'esperienza" A,Modell 1997

domenica 20 novembre 2011

Foglie d'Autunno: che musica!

Autunno. Già lo sentimmo venire
nel vento d'agosto,
nelle pioggie di settembre
torrenziali e piangenti
e un brivido percorse la terra
che ora, nuda e triste,
accoglie un sole smarrito.
Ora passa e declina,
in quest'autunno che incede
con lentezza indicibile,
il miglior tempo della nostra vita
e lungamente ci dice addio.

V. Cardarelli



Keith Jarret-Trio in Autumn Leaves

mercoledì 31 agosto 2011

Il passare del tempo? Niente paura se è un viaggio

In viaggio, a ciascuno il suo viaggio,
a chi si detta il suo viaggio,
a chi crede che non sta viaggiando perché è seduto da tempo sulla stessa sedia,
a chi, inerte, attende il suo,
a chi ne hanno regalato uno,
a chi sceglie di non viaggiare ma sa che è un illusione,
a chi le rughe cominciano ad essere amate perché parte di sé.
In quelle rughe, come in un vecchio disco di vinile, ci stanno incisi i solchi della propria storia.



Inviato da Simona Bozzolo per le Terme: da Ko de Mondo, In Viaggio, C.S.I.

domenica 21 agosto 2011

Avete il vostro Sarto? Diffidate di chi non vi prende ogni volta le misure!

Il sarto di G.B. Shaw

" the only man I know who behaves sensibly is my tailor,
he takes my measurements anew each time he see's me.
The rest go on with their old measurements and expect me to fit them."
G.B. Shaw






Keep altering the measurements of your own growth to accommodate your progress, eventually you will inspire others to seek their own evolution by the example of your immeasurably improved life.

giovedì 18 agosto 2011

La Luce! Punti di Vista che Cambiano la Vita!

Il SEMINATORE DI STELLE

un' apparente innocua statua sovietica nella cittadina di Kaunas (Lituania)

per nulla senza significato anzi, era solo una questione di luce!



C'è sempre un momento in cui la speranza può rinascere, ed è quando pensiamo di essere nel momento più buio, grazie ai seminatori di stelle.



Vista personalmente a Kaunas nel 2009, foto originale tratta da siti web, segnalataci di recente da Nicoletta Jacobone(amici delle Terme). Grazie

Ora "alletermedelse" è un brano musicale!!! Grazie a Marco Detto!

Potrete ascoltare il brano dedicato alle nostre Terme live.....

Venerdì 26 agosto - ore 21.00 ingresso gratuito

MARCO DETTO - pianoforte

Era aprile 2008, l'Auditorium era al suo secondo concerto dall'inaugurazione, l'ospite era un pianista jazz, Marco Detto. E fu un incanto, un successo incredibile, col pubblico che arrivava fino a far strabordare la sala, attratto dalle note di questa sorta di pifferaio magico con un'anima musicale grossa come una montagna. Torna ora, con nostro grandissimo piacere, per un nuovo concerto che mescola brani di propria composizione con audaci e divertenti riletture di brani noti. Da non perdere!

Girovagando (Marco Detto)
Alle Terme del se (Marco Detto)
Mr. Rhotko (Marco Detto)
Django (J. Lewis)
Spartacus Love Theme (A.North)
L' equilibrista (Marco Detto)
Take The A Train (Ellington- Strayhorn)
Round Midnight (T. Monk)
This Nearly Was Mine (Rodgers- Hammerstaein)
Someone To Watch Over Me (George e Ira Gershwin)
It Could Happen To You (Van Heusen- Young)

Vedi tutto su

http://www.auditoriumdimaccagno.it/MAINI.html

venerdì 6 maggio 2011

Dite le Bugie...ogni tanto!

Dire le bugie,
non dare retta agli insegnamenti che tradiscono l’etimo delle parole,
disobbedire a quegli insegnamenti che non hanno mai convinto,
assunti così come per sfinimento;
dire una bugia,
non quella che umilia la dignità dell’altro,
non quella che lo tiene ostaggio di una verità inesistente,
che gli sottrae vilmente il suo tempo;
dire una bugia non per sottrarre ma per aggiungere;
è dare una possibilità in meno ad un possibile triste destino degli uomini:
quello di essere circondato dalle multinazionali delle verità.
Esse affamano il bambino sognatore che è in noi.
Attenersi sempre alla verità è disumano.
Dire una bugia è un arte, un mestiere,
dirla a se stessi a volte è l’unico modo per passare l’ostacolo
insuperabile;
la bugia è una stella, è una scintilla nel cielo della supposta onesta
divinità,che restituisce le emozioni, le azioni, insomma il gioco della vita,
agli esseri umani.

lunedì 28 febbraio 2011

Viaggiare senza scompartimento: Milano-Ginevra-Milano

1.
Tin tan tan tadadan tadadan, tin tan tan tadadan tadadan,..e rispondi a questo Samsung inequivocabile per la sua suoneria.
Quella la si può cambiare, l’avviso di sms in arrivo no. Lo avevate notato?
Che operazione di pubblicità! I testimoni sono i consumatori! Non si può cambiare il tono degli sms così ne riconosci la marca. Una dittatura!
Ta da ta ta ta tan! E’ arrivato un messaggino a qualcuno. Tin tan tan tadadan tadadan…ta da ta ta ta tan….ci risiamo, sembra di essere in discoteca.
Ormai, raro frequentatore di treni, sto imparando: i viaggi iniziano così.
I cellulari sono come i cavalli prima del palio sentono l’odore della rotaia e si eccitano. I cavalieri rischiano di farsi disarcionare con le valigie, le bottiglie d’acqua che hanno in mano, i sacchetti con le colazioni al sacco; urlano quando rispondono come volessero sedare le bestie, i telefoni.
Si i telefonini sono come delle bestie viventi perché dentro ci son tante persone quelle che ti chiamano e sanno che il palio sta per cominciare. Ti chedono come stai, sei sei già salito, se sei in orario, che cosa hai fatto prima.
Si parte su questo Milano-Ginevra inaspettato e inaspettatamente moderno, pulito, digitale.
Non c’è quel caratteristico odore del prosciutto cotto che unito alla mollica del pane un po’ stantio delle colazioni al sacco rende l’odore dei treni ormai particolare. A volte quando mangio il cotto mi viene in mente una rotaia, e l’odore di ferro delle stazioni più piccole e anche il fischio anacronistico del capostazione.
No qui non c’è odore alcuno. Niente di niente.
L’unica cosa che non cambia è il concerto, i cavalli che scalpitano, le urla dei fantini.
E poi lo scompartimento, il solito che non c’è più.
Come andrà questa volta?
2.
Chi avrò di lato e di fronte?
Davanti a me un ragazzo felpato. Cosa? Si un felpato, con la felpa.
I felpati sono esseri particolari.
Le felpe, inventate e di moda nei primi anni ottanta fine settanta, non conoscono crisi.
Dopo il boom hanno avuto un calo ma esiste una fascia di umani che si mantiene fedele al prodotto indipendentemente dalla stagione.
Il felpato è un antiestetico, che chiede da un lato anonimato, che disconosce le stagioni, ma che rivendica una scritta sul petto. Nei paesi più poveri indossano quello che capita, qui si può scegliere ma alla fine di quello che c’è scritto non si capisce nulla.
Il felpato, generalmente un timido, distoglie l’attenzione su di sè tramite la scritta ipertrofica e spesso neologistica: così fa i fatti suoi e non lo guardi in faccia.
Costui di fronte a me parla da solo e scatta foto a orribili case svizzere lungo rotaia(strano, peggio di quelle italiane dell'abusivismo anni 60).
A fianco ho un ragazzo che doma alla partenza il suo cavallo scalpitante narrando della sua avventura col biglietto che ha dovuto stampare alle macchinette autoamtiche: si era incastrato e quindi avendolo già pagato non sapeva piu come fare…i momenti piu terribili sono stati dscritti nei minimi particolari comprese le reazioni fisiche e chimiche organiche; l’interlocutore era ovviamente'italiana madre.
Il 50% delle persone al cellulare parla coi genitori, ammesso siano abbastanza giovani per averli ancora, altrimenti sono dei surrogati.
Il posto in diagonale di fronte a me è vuoto, verrà occupato alla prossima fermata.
3...
E’ una ragazza carina e giovane e questo può costituire un problema per qualunque maschio.
Dall’età dell’adolescenza molti uomini decidono se sono sfigati oppure no in base al caso che ti assegna i posti. In aereo la cosa assume il carattere del vero e proprio gioco d’azzardo.
Al gate vedi chi salirà sul velivolo con te. Tra cento persone ci sono sempre almeno due belle donne. Negli aeroporti ce ne sono molte e non sono ormai più le hostess.
Bene, da interviste fatte di persona, molti uomini con un passato che li ha costretti a dubitare se dio si fosse dimenticato di inserirli nell’albo dei fidanzabili, si chiedono se vinceranno il posto a fianco della bella donna o ragazza che sia.
Le probabilità sono basse.
In un ceto senso sperano di avere la conferma che dio si è proprio scordato perché se accadesse l’imprevisto potrebbero non trovarsi attrezzati e soprattutto, magari ormai sposati/ fidanzati/innamorati “dichiarati” (dopo anni di duro lavoro sulla comunicazione con l’altro sesso o magari con se stessi ndr ) potrebbero tornare a canticchiare Teorema di Ferradini.
Conosco qualcuno che si è destabilizzato dopo aver passato tre ore e mezzo su una poltrona fila 23 posto A a fianco del C occupato dalla sorte che non ti aspetti.
Ha cominciato a pensare se chiamarla o no dopo che lei non solo aveva conversato per tutto il tempo del viaggio da Londra con lui e gli aveva anche confidato di essere sola in città per cinque giorni nonchè single e un po’ stanca di esserlo.
Pare fosse un’ anglo-israeliana bellissima e colta.
Il poveretto, disabituato a tali circostanze in cui non si sa se prendere quello che è successo come la conferma della sfiga o come un’inversione di tendenza ( ovvero il tuo turno tanto atteso) si destabilizzò non poco.
Come decise (si fa per dire) di utilizzare quel numero di telefono poco conta perché perderemmo il senso del dramma maschile del predestinato.
Questo tipo di dramma non ha via di mezzo è un aut aut secco.
Perciò molti uomini da tempo hanno “ abdicato” e assumono un atteggiamento indifferente sino a che ci riescono. Indifferenti o no il giochino mentale lo fanno lo stesso, sia pur (a secondo del loro grado di maturità o di soddisfazione erotica) per pochi istanti.
Ma torniamo sul treno: la ragazza carina obliqua a me guarda il ragazzo obliquo a lei dell’altro scompartimento virtuale, lui sembra giocare a non guardarla per poi muovere a sorpresa gli occhi senza spostare il capo, così vede se lei lo sta guardando.
Diagnostico che lei, quando può, guarda. Ma lui, visibilmente interessato perde l’attimo buono per incontrare le sue parole; non sapremo mai e spesso non sappiamo di noi stessi se a frenarlo sia stata quella famosa sindrome che voleva confermare la sua sfiga oppure la sua imbranataggine o se invece così soddisfatto della sua vita sentimentale da non cogliere quel chiaro invito a parlare.
Ne approfitta come un falco un signore anzianotto che si inserisce e risponde alla domanda che lei in realtà aveva rivolto al ragazzo: lei sorride senza guardarlo come per dirgli di piantarla li.
Ho come la sensazione improvvisa che il ragazzo, che ha l’aria timida, e quel signore opportunista siano la stessa persona in momenti diversi della vita. Vivo un’istantanea che include passato, presente,futuro: quello che non sappiamo fare allora lo sapremo fare poi ed è questa dissincronia, questo timing mancato a fare della vita a volte un pastrocchio di occasioni perdute.
Esse sono infinitamente più frequenti delle occasioni sfruttate.
E’per ciò che non dobbiamo leggerle come segni negativi del destino ma come naturale smistamento e archiviazione di possibilità che altrimenti sarebbero troppe. La vita cerca di aiutarci ad essere una persona e non tre.
Il coraggio di lasciar andare, dello sguardo malinconico ma non triste di fronte alle infinite possibilità della vita che se ne vanno, è in realtà la forza di guardare alla realtà della potenza, di un progetto che non può caricare troppe persone, troppe cose, di un progetto che è il progetto del proprio Sé. Il coraggio di riconoscere e incontrare il proprio Sé e indirizzarlo.
A volte ci vuole un coraggio della madonna, non neghiamocelo.
Lo scompartimento virtuale è molto educato e silenzioso.
La ragazza a quel punto si infila le cuffie nelle orecchie….io la imito.
“Sono a Domodossola, no è brutto, ma guarda ti ho già detto che non sarò a casa prima delle otto….” E’ la terza volta che lo dice con accento emiliano una signora che non vedo e che non è ancora riuscita a domare il suo telefonino-puledro. La suoneria è terrificante ma da una signora così non si può pretendere di più.
In realtà siamo già sul vagone del ritorno Ginevra Milano.
5.
Una voce all’altoparlante si scusa che arriveremo a Montreaux con due minuti di ritardo, aveva la voce pregna di senso di colpa, mi è spiaciuto. Due minuti deve essere una sciagura per un operatore delle ferrovie svizzere.
Non c’è l’odore del cotto, siamo solo in due questa volta nel nostro spazio vis a vis.
Di fronte a me una ragazza legge un libro e ride. Ride al punto da faticare a trattenersi.
Le persone che sembrano ridere, sorridere, parlare con se mostrandolo all’esterno mentre compiono i più comuni gesti della vita, esercitano sempre un loro fascino.
Dimostrano una vita interiore, di conversare con se stesse e questo me la fa immaginare autonome, contente, individuate.
“Ma che sta leggendo?” Mi mostra il libro di un autore semisconosciuto che si intitola la fatica di essere un guru: parlerebbe di uno che se ne scopa una al giorno e ….”insomma bisogna leggerlo perché è divertente….lo compri”.
Il bigliettaio svizzero (nero, non ho visto uno svizzero a Ginevra in città quindi perché la Lega porta a modello la Svizzera se sono ormai multietnici?) passa per la terza volta la ragazza ride, io anche.
Ripasserà una quarta ma questa volta per salutare, ormai ci conosce.
La ragazza ride spesso e anche ora.
Noi eravamo soli perchè due ragazzi (per ragazzi si intende gente sulla trentina) avevano rinunciato ai loro posti per stare a fianco due postazioni piu dietro.
Lui come cavallo ha l’ IPhone in mano e dice a qualcuno che ha l’influenza, che vomita giallo da un giorno.
Guardo la ragazza per segnalarle la fortuna che abbiamo avuto ad averlo lontano. Ci auguriamo che non arrivino i legittimi proprietari dei loro posti attuali. Ci giochiamo una settimana a letto.
Ma purtroppo di li a cinque minuti la pace fnisce presto. I due ragazzi si avvicinano, i legittimi proprietari sono saliti a Domodossola, si Domodossola come la D, esiste davvero!
Pensavo fosse una città inventata per fare lo spelling.
“Scusate ma dobbiamo sederci qui…”. Io e lei ci guardiamo con un sorriso che è tale solo per la previsione azzeccata ma per nulla soddisfatto. Lei si siede davanti a me. I due “appestati” si appostano ai lati. Il malato ce l’ho in diagonale, lei a fanco. Forse va meglio alla mia compagna di sventura.
Le goccioline di flugg emesse dal parlare del malato (avrà la nausea ma non sta mai zitto) hanno maggiori probabilità di venire verso di me anche se in obliquo. Con un colpo di reni alzo il braccio trascino verso di me la sciarpa e ma la avvolgo al collo e un po’ vergognosamente la faccio salire fino al naso.
La ragazza a mio avviso vorrebbe fare lo stesso ma credo non se la senta e non ha una sciarpa.
Io non ho voglia di vomitare in settimana! Credo di essere assolutamente ridicolo con quella sciarpa sanitaria avvolta al collo ma me ne frego altamente.
Inizio ad avere caldo; l’untore parla in continuazione e si avvicina alla sua ragazza per dirle cose inutili bisognoso com’è di essere coccolato da lei che lo venera.
La "mia" ragazza intanto perde il controllo del libro che la fa ridere al punto da emettere un suono incontinente dalla bocca e con la fccia spaventata da se stessa decide diventando improvvisamnte seria che non sta bene. Perciò si auolimita e chiude il libro per darsi un contegno.
Il treno corre silenzioso come se la corsa dei cavalli fosse una lunga maratona, del resto le bestie devono pensare allo sforzo e al respiro per arivare in orario.
Non si sente piu nulla, ne tadan tin tan tan ne quell’altro odioso suono.
Ma è arrivato un messaggio alla ragazza del libro: ha lasciato le chiavi di casa dal fidanzato a ginevra….!
“E ora? “ si batte la mano contro la testa…ma io tanto sapevo che ci sarebbe stata una mamma da qualche parte col doppione e infatti c’è. Abita a Torino come lei, quindi che problema c’è.
Finchè ci sono le mamme questo paese non andrà avanti, credo.
L’Italia, che vede tra i primi 5 libri letti dagli italiani uno di Moccia e quattro della Prodi-Clerici a proposito di ricette culinarie, discrimina le donne perché tende a farle rimanere madri il più possibile, così da tardare le rivoluzioni e si viva in un eterno presente.
L’Italia cerca di dare alle donne la responsabilità della crescita zero.
Se la rivoluzione del magreb andrà avanti sancirà la differenza tra la civiltà della radiotelevisioe e quella di internet...
6.
“Siamo a Malpensa” dice l’appestato che si dimena e si avvicina ogni tanto pericolosamente alla ragazza e quindi a me. Ed è col rallentare del treno che lo sforzo diminuice e qualche “cavallo” ricomincia a ruggire. Il suono è sempre quello Tin tan tan tadadan tadadan…
“siamo arrivati ma guarda che non sarò a casa prima delle otto”, e quattro!
La ragazza mette la mano sulla fronte del fidanzato per la diagnosi: febbre.
Un altro cavallo di razza ruggisce: ma come è possibile? Sembra ci sia un rapporto diretto tra velocità del treno e suonerie. E’ proprio vero il telefonino è un animale vivente.
La ragazza di fronte a me si è addormentata mentre ripassa il controllore, bianco questa volta è segno che siamo in Italia…
Ha la voce di Van de Sfros e puzona il biglietto per la quinta volta. Siamo in Padania, il paese che confina con gli svizzeri federalisti di pelle nera.
I ragazzi ammalati al mio fianco non mi danno l’idea scenderanno mai in una piazza come Tahsir. Hanno già programmato vecanze pasquali a Forte dei Marmi (uhm).
Lui è pesante continua a farsi toccare le mani da lei.
Il suo cavallo ruggisce con la vibrazione, deve esserci qualcuno che li aspetta alla stazione, non dubito sia il padre:lo liquida in tre minuti.
Lady Gaga intanto si materializza dalla suoneria di un cavallino qualche posto piu indietro…una donna con copri capo nero magrebina seduta sull’altro lato del corridoio gurda fori dal finestrino.: penso alle ragazze coi capelli sciolti che racconta Henry Levi sul giornale di oggi, anche lei tra poco scioglierà i suoi, guarda verso il suo futuro. Le invidio un po’ di appartenere ad un paese che fermenta di risorgimento.
Non mi piace il nome di questa stazione Vanzago…non mi piacciono i capelli imprigionati del ragazzo con la nausea così limitati nel loro poco credibile tentativo rasta.
Le prigionie sono molte… chiede i risultati delle partite. Deve essere milanista perché vuole gufare stasera. In Italia si gufa altrove si vivono passioni storiche.
Si vive (e si muore anche).
Continua a dire che è tutta la mattina che "sbocca" termine slang di una Milano di una sinistra pigra. Verrebbe da sboccare a me.
Un'altra terminologia insopportabile , più di destra ma come l'altra usata bipartisan, è il "trombamico".
Il "trombamico" è una figura creata dalle donne. Non esisterebbe nella realtà perchè lui è sostanzialmente zerbinato ma loro con artifici frutto di una buona capacità di mentire a se stesse si ostinano a pensare (dire) che a lui va bene così.
A molti uomini va bene così, scopare senza l'impegno di essere fidanzati ma pensa un pò non al "trombamico". Ma è una causa persa, decidono loro.
I cavalli scalpitano,il treno è lento e il concerto telefonico globale ricomincia.
La gente è già in piedi e tenta di vestirsi oscillando come su una tavola da surf: sembra inscenino una danza su base telefonica. Ma che fretta hanno? Il treno non arriva prima se stanno in piedi!
Tin tadan tadadadan….tin ta tin ta tan.
Siamo arivati davvero la gente corre verso le partite e i suoi "cari".
Un uomo malvestito sale sul treno fermo e ormai vuoto, cerca avanzi.
Inizia il suo viaggio al contrario.

La Lentezza allunga la vita: 28.02.11

La giornata della lentezza viene celebrata alle Terme del Sè come si deve....ricordandola alle 21 della sera, ce la siamo goduta.
Oggi è quindi festa.
Ma la Lentezza verrà trattata coi tempi dovuti...:-)

TdS

Lo spevate che siete multipli di Sé? Evento teatrale carnevalesco!

...ogni individuo contemporaneo dovrebbe essere consapevole di essere composto da Sè multipli che si articolano in una peculiare e personale complessità. Chi non se ne rende conto e cerca di essere uguale a se stesso compie un danno a se medesimo e alla comunità in cui vive ed opera.

Andrea Giannelli


Le Terme del Sè a riguardo segnalano l'evento:


CARNEVALE ArtistoPratico
FestaSpettacolo
del rinnovamento
Mascherarsi con un aspetto
inconsueto di sé, osare nuovi
cambiamenti: celebrare la vita con
reading, acting e travestimenti.
a MILANO il 12.03.2011


vai su www.robertocajafa.it (vedi in fondo tra gli amici delle Terme)


TdS

domenica 30 gennaio 2011

mercoledì 5 gennaio 2011

L'estraneo che non t'aspetti

La vera solitudine è in un luogo che vive per sè e che per voi non ha traccia ne voce e dove dunque l'estraneo siete voi.


Luigi Pirandello




segnalazione di Marco Detto da Tra Genio e Follia