venerdì 26 febbraio 2010

Il Manifesto delle Terme: l'irrinunciabile Metafora!

Il primo Manifesto delle Terme: l'irrinunciabile Metafora

L’uomo è come un fuggiasco che spera di essere trovato. L’uomo è come un romanziere senza carta ne penna che attende di essere scritto. L’uomo è come... (30 Novembre 2009 nascono le Terme del Sè).

lunedì 22 febbraio 2010

DI-STESO A LETTO: creazioni con i-phone di Massimo Scognamiglio



Un bagno illuminante (omaggio alle Terme del Sè, disegnato seduto)



Sulimazione n.1 In the Mood for Love ( omaggio alle Terme del Sè, disegnato disteso a letto).



Omaggio a J.L.Godard "Fino all'ultimo respiro": uomo che fuma



Sublimazione n.2 in The Mood For Love (disegnato disteso a letto mentre chatto con Angelo)



Entri il numero 244 (disegnato mentre aspetto il mio turno in Pronto Soccorso)



I almost forget who I am (Ciclo delle stanze)



Eroina (ciclo delle stanze)



Ragazzo (disegnato seduto sul letto)



Ragazza (disegnato sul bordo del divano con un gran mal di testa)



Omaggio a Giacometti (disegnato allungato sul letto)



In fila all'ospedale





Guardando la TV





Fantasma (guardando la tv)



Donna seduta su sedia (disegnato seduto)



colonna vertebrale (in una giornata di sole)

Dipingere con iphone è possibile grazie ad un'applicazione chiamata "brushes", l'aspetto più bello e interessante è la manualità che si riesce a mantenere con uno strumento all'apparenza "freddo", infatti grazie al "gesto" e al "multi tocco", è possible interagire sulla tavolozza come farebbe un bambino con i colori sulle punte delle dita.
Il fatto di avere sempre con sé questa tavola di colori e questo piccolo sketch book, rende lo strumento affascinante e veratile: è sempre presente dove, come e quando hai un'idea, una voglia di fare, una piccola ispirazione. Anche (e per me soprattutto) di-steso a letto.


Massimo Scognamiglio









In attesa (disegnato mentre aspetto guardando un tizio)



L'amour fou



Autoritratto in verde (disegnato seduto). Il volto della paura per le Terme del Sè



Just a kiss (disegnato allungato sul letto)



RATz (disegnato seduto)

Topografia di un corpo (disegnato seduto guardando la TV)




Cappuccetto rosso (disegnato seduto sul divano)




Prostituta







dettaglio


Le opere di Massimo qui esposte sono istantanee.
Il particolare mezzo con cui le crea permette questo evidente risultato.
Nelle immagini che Massimo ci regala c'è l'intensità e la drammatica bellezza del "momento unico".
L'unicità di un momento, inteso come attimo captato dal proprio mondo interno, acciuffato al pelo come un Kairos che si lascia prendere per i capelli, si materializza e diviene immagine immediata-mente.
Essa appare come una neuro-imaging, ha l'efficacia di una TAC o di un eco-doppler a colori per precisione di referto.
La colonna vertebrale che Massimo rappresenta non è evidentemente la sua colonna vertebrale ma come lui la percepisce in quel dato momento.
L'autore ci offre referti esatti non solo del suo sentire ma della percezione spaziale "propriocettiva" che egli avverte, nonchè degli equilibri armonici e disarmonici delle nostre parti del corpo e di quelle altrui.
E' un modo di sentire che può essere comunicato immediata-mente perchè in linea con il modo speculare di sentirsi e con lo stile comunicativo prevalente del nostro tempo.
Nelle sue immagini Scognamiglio ci dice sempre dove è non solo perchè ce lo descrive nel titolo dell'opera ma perchè lo si capisce proprio.
Il movimento e la collocazione spaziale delle persone, delle parti del corpo, degli oggetti e anche delle raffigurazioni senza protagonista (in quel caso il protagonista è ancora lui) ci dicono dove lui si colloca.
Il nostro gradito frequentatore delle Terme è l'artista della collocazione spaziale dei vissuti. Una collocazione interna che nell'opera diviene proiettata sullo screen dell' i-phone. Questo strumento in questo caso diviene fondamentale ed unico perchè, come ci ha detto l'autore stesso, è a portata di mano in qualunque momento e in qualunque situazione egli si trovi.
Ciò rende queste opere originali rispetto ai tempi lunghi della pittura rievocativa o del ritratto. E' più vicino alla fotografia ma la supera perchè può rappresentare l'inesistente per gli altri ma l'esistente per sè rendendolo così esistente anche agli altri.
La maggior parte dei lavori sono stati creati di-steso a letto, o sul bordo del letto o seduto come l'autore tiene a sottolineare per rendere evidente la grande differenza che c'è.
Noi non rappresentiamo una emozione prescindendo dalla percezione somatica e sensoriale e soprattutto propriocettiva di quel preciso istante.
L'oggetto dlla rappresentazione non è quindi l'unica cosa che vediamo nell'opera, anzi forse è secondaria a meno che non si intenda, come si dovrebbe fare in questo caso, la percezione stessa di sè come il vero soggetto da rappresentare, da ritrarre e da fotogarfare istantaneamente.

Andrea Giannelli per le TdS

* Un breve curriculum di Massimo Scognamiglio lo trovate nel nostro "spogliatoio delle Terme".

domenica 21 febbraio 2010

Effetti termali: Mariagrazia si converte a kairos! Tu che fai?

da Mariagrazia Fagioli,

Cari amici delle Terme,

Il tempo “proprio” (kairos) e il tempo del mondo, dell’altro (kronos): il tempo del mondo (kronos) serve da bussola, indica il nord. Non possiamo farne a meno: sappiamo che è lì, è un riferimento imprescindibile. Ma è quando scegliamo di esplorare le nostre proprie rotte del tempo che diamo senso e pienezza al vivere: sappiamo che quello è il nord, non lo perdiamo di vista, teniamo una bussola funzionante con la quale confrontarci. Ma è proprio in questo spazio “tra” un tempo e l’altro che ci siamo noi, che si esprime la nostra autenticità; senza appiattirci su chronos, in una dimensione compiacente che sentiamo però priva di senso, e senza vivere completamente “come se” kronos non esistesse (che darebbe origine ad una dimensione talmente privata da non poter essere condivisa con altri).
L’idea di occuparmi del tempo mi è venuta all’improvviso, parlando con un collega del mio “non scrivere” la tesi di diploma.

Che cosa poteva avere a che fare questa modalità con me? Che cosa diceva, che cosa segnalava? Sono partita dal sentire come stavo io in questo tempo, come sentivo di occuparlo. Le sensazioni che vi erano legate erano buone sensazioni: sentivo di occupare questo tempo, non di sprecare tempo. E allora ho pensato a che cosa volesse dire questo nel mio percorso analitico prima, e di formazione psicoterapeutica poi; in questi anni mi sono spesso confrontata con la mia tendenza a vivere la dimensione del tempo innanzitutto come kronos: sono sempre arrivata “presto” a tagliare i traguardi; il diploma, la laurea alla prima sessione disponibile, l’esame di stato, il primo lavoro fisso, l’inizio della scuola di specialità, persino l’inizio dell’analisi: sempre al tempo degli altri, quando si dovevano fare queste cose, quando “era previsto”, in una dimensione compiacente rispetto al tempo degli altri, che tanto mi dava come ri-conoscimento del mondo quanto mi toglieva come senso e significato personale delle esperienze. E anche, in un certo senso, come piacere di queste esperienze. Il tempo del piacere non appartiene a kronos, il tempo del piacere richiama kairos. Così, allo stesso modo, il tempo del dolore.

E forse non è un caso che il desiderio di occuparmi del tema del tempo arrivi dopo due importanti separazioni avvenute nella mia vita: una scelta – come è quando finisce una lunga e importante storia d’amore – l’altra imposta – come è quando la malattia si porta via qualcuno che ti è caro. La separazione ti mette davanti al senso del limite, del tempo che passa, ti fa entrare nel tempo se accetti di nascere diverso ogni volta che ti separi da qualcuno – proprio come quando vieni al mondo per la prima volta.
Così, anche, questo discorso richiama il modo che il paziente in psicoterapia ha di confrontarsi con il tempo; il narcisismo, le dipendenze, il sè fragile si portano dietro una loro impossibilità di vivere “nel tempo”, nel qui ed ora, rimangono sempre “fuori”.

Il nostro sistema culturale si fonda sulle idee-mito della tecnica e dell’economia (che della tecnica assume i principi). Queste idee mito si fondano sulla proposta di una continua crescita e ne assumono i connotati: il tempo è il futuro – non il presente – e l’obiettivo è crescere, aggiungere, andare avanti. Il tempo che meglio si adatta alla tecnica e all’economia è kronos: tempo logico-razionale, tempo che si estende su una retta infinita, tempo della strutturazione, tempo scandito. E’ il tempo del principio di efficienza: ciò che non è efficiente produzione è una “perdita di tempo” e in quanto tale va diminuito, ridotto al minimo. L’unico senso recuperabile in una strutturazione di questo tipo è quello dell’efficienza votata alla continua crescita.
Dal punto di vista umano il mito della crescita ha senso quando le condizioni in cui si vive sono la povertà, la privazione, la mancanza. Comincia ad essere obsoleto quando si nasce e si cresce in condizioni di abbondanza, di eccesso di beni: quale senso ha la crescita in una condizione umana di questo tipo? Ecco quindi la sensazione di espropriazione di senso rispetto alla regola dell’efficienza e all’adeguamento completo ai dettami di kronos.

Questo sistema “struttura” l’inconscio stesso delle persone che vivono nella nostra epoca (Galimberti, “i miti del nostro tempo”), tanto che sono in continua crescita le patologie legate alla dipendenza, all’addiction, al sè fragile. La forte prevalenza dei tempi di kronos mette le persone alla continua ricerca di altre cose da fare; il tentativo è quello di dover riempire tutti i vuoti con “di più”, qualsiasi cosa questo voglia dire. “Riempire vuoti” pare essere l’unica spinta ad agire, in un continuo tentativo di sfuggire alla possibilità di sentire che cosa sostare in questo vuoto provoca. Sentire è infatti parte di kairos, bandito in quanto “perdita di tempo”.

Anche il di-vertimento è parte di kairos: di-vertirsi ha dentro di sè una parte di divergenza rispetto al pre-visto, rispetto all’agenda, rispetto al tempo strutturato. Non c’è creatività, non c’è innovazione senza di-vertimento, di-vergenza; non c’è di-vergenza senza kairos, senza tradimento del sistema-mito economico-tecnico fondato su kronos.

D’altra parte già nel mito è quanto mai chiaro il legame “inversamente proporzionale” tra kronos e la possibilità generativa:


Crono era il più giovane dei Titani. Egli aiutò la madre a liberarsi di Urano che giaceva costantemente su di lei impedendo ai figli concepiti di uscire dal suo grembo. Crono evirò il padre con un falcetto fabbricato dalla Terra al proprio interno, gettò l'organo amputato nel mare e prese il posto di Urano alla guida del mondo. Crono scacciò i fratelli Ciclopi ed Ecatonchiri e li confinò nel Tartaro. In seguito sposò la sorella Rea, con la quale generò i principali dei del Pantheon greco. I genitori dei due però avevano predetto a Crono che sarebbe stato a sua volta detronizzato da uno dei suoi figli. Per evitare di perdere il potere così come era capitato a suo padre Urano (spodestato da Crono stesso), il dio prese a divorare i piccoli figli via via che Rea li partoriva. Questa partorì Demetra, Era, Estia, Ade e Poseidone, tutti divorati da Crono. Infine diede alla luce Zeus, il suo terzo figlio maschio, sul Monte Liceo, in Arcadia (o secondo altre versioni a Creta, dove era fuggita precedentemente) e dopo aver tuffato Zeus nel fiume Neda lo affidò alla madre Terra. A Crono invece era stata recapitata una pietra avvolta in fasce al posto di suo figlio Zeus.
Zeus, una volta cresciuto, somministrò a Crono un veleno che gli fece vomitare tutti i figli ingoiati; in seguito, dopo una guerra intrapresa insieme ai fratelli liberati, riuscì a vincere il padre, a rinchiuderlo e ad affidarlo alla custodia degli Ecatonchiri, per l'eternità. Zeus liberò successivamente anche i Ciclopi (giganti con un occhio solo) e gli Ecantochiri (mostri con cento braccia e cento gambe); in cambio i Ciclopi gli regalarono i fulmini, e lui scelse come dimora il più alto dei monti della Grecia: l'Olimpo.

In kronos risiede il dramma della ripetizione (sapeva che avrebbe fatto la stessa fine del padre per mano dei figli), che rassicura ma soffoca, inibisce nuove nascite, impedisce la generatività. D’altra parte kronos viene sconfitto da Rea quando lei si consente il tra-dimento (nel mito rappresentato con l’inganno della pietra) rispetta al sistema già sperimentato. Solo quando kronos viene tradito il mondo può nascere (non a caso è zeus il padre di tutti gli dei: quindi il più generativo della mitologia è colui il quale sconfigge kronos).TdS (3)

Scrivendovi mi viene in mente che tanti dei problemi che hanno oggi le aziende, le cose su cui non riescono a intervenire e per le quali ci chiedono aiuto sono i sintomi derivati del dominio di kronos su kairos: la perdita di senso, l’impoverimento dell’innovazione e della creatività, la mancanza di visioni di ampio respiro, la perdita degli aspetti emotivi (che impoveriscono drammaticamente la leadership)... ma non si possono sviluppare queste cose se non si resuscita kairos, che però significa tradire il sistema e la logica economica di fondo; significa lavorare sul proprio bisogno di compiacere l’altro, di avere “successo” nel sistema, di rinunciare al potere economico, fondato sul controllo e sulla promozione dell’efficienza. E’ questa quindi un’altra delle contraddizioni in cui le aziende sono inserite).
D’altra parte kronos è rassicurante, mette tranquilli: aprire a kairos significa aprire alla possibiltà di sentire qualcosa che “non si sa” che cosa potrà essere; essere liberi, sentire la gioia, la vita, ma anche l’angoscia, la morte. Aprire a kairos significa “entrare nel tempo” (e non uscire), vivere il qui ed ora, nascere nuovi.


Mariagrazia Fagioli (bagnante delle Terme del Sè).

domenica 14 febbraio 2010

La Stagione della Speranza


E’ l’inverno la stagione della speranza.
L’inverno profondo,
quello dove la prima luce allunga le sere
in attesa che il sole faccia il suo dovere.

sabato 13 febbraio 2010

La Vita è in quattro Tempi: Kairos, che gran figlio di Zeus! (3)

BENVENUTI DA LISIPPO IL PARRUCCHIERE AL PASSO COI...TEMPI

Ma chi è?
E' il primo parrucchiere di Kairos, figlio minore di Zeus.
Lisippo, che in realtà è uno scultore del 300 a.c., considerato da
Alessandro Magno il più talentuoso scultore in bronzo ha inventato l' "acconciatura" di Kairos scolpendola nella sua statua.
Capelli corti sulla nuca e lunghi davanti.
Chissà come li farebbe i capelli a voi, Lisippo.
Francesco Salviati invece potrebbe essere il secondo parrucchiere di Kairos visto che nel VI Secolo lo dipinge invece che scolpirlo ma il taglio è sempre quello: corti dietro, lunghi davanti;



Ma perchè questa acconciatura bizzarra per il giovane figlio di Zeus?
Kairos secondo la mitologia greca è fatale e deve essere colto proprio nel momento in cui accade. E' in forma di un giovane danzatore sempre in volo che deve essere tenuto per i capelli. Per questo Lisippo lo rappresenta con lungo ciuffo sulla fronte e con la nuca rasata proprio per dimostrare l’inafferrabilità di un attimo propizio.

In mitologia Kairos, il più giovane dei figli di Zeus, è il dio dell’opportunità contrapposto a Kronos, il dio del tempo “oggettivo”, seriale e della datazione (2). Kairos è inteso da Aristotele come il tempo che da valore: “ciò che accade nel momento opportuno e buono”.
Kairos rappresenta tuttavia, con la famiglia dei termini ad esso legati, anche il movimento, il cambiamento, l’energia del nuovo.
E con il cambiamento, il ri-creare fa i conti con l’insicurezza: dal punto di vista etico, nella letteratura greca, Kairos è sinonimo proprio di insicurezza.
Il kairos si ricollega ad un certo tipo di azioni che devono essere compiute "tempestivamente" e non tollerano né il ritardo, né l'esitazione. La nozione di kairos è indissociabile della parola greca, è indissociabile anche da un contesto che è quello della Grecia del VI e del V secolo a.C. È indissociabile quindi da un'epoca in cui l'azione diventa autonoma e non dipende più dalla volontà divina: il tempo è anche dell'uomo!


Kairos (καιρός) è una parola che nell'antica Grecia significava "momento giusto o opportuno". Gli antichi greci usavano kronos e kairos (1,2) come parole per indicare il tempo.
Mentre la prima si riferisce al tempo logico e sequenziale la seconda significa " un tempo nel mezzo", "tra", un momento fatto di un periodo di tempo indeterminato nel quale "qualcosa" di speciale accade.
Ma la cosa speciale lo è per la persona che la vive in quel momento.
E' quindi la persona a definirla speciale.
Se fosse speciale solo perchè lo è per tutti o per dichiarazione divina noi saremmo tutti uguali, privi di creatività e movimento.
Così invece la persona, il soggetto, inizia ad essere al centro dell'esistenza.
La nostra vita la facciamo Noi!
Ma qui sta il dilemma dell'uomo e qui si creano a volte ingorghi esistenziali mica da ridere.
Attacchi di panico indicibili colpiscono l'uomo quando fa questo passaggio e quindi è tentato di fare qualche passo indietro.
Quanti uomini prferiscono non conoscere il tempo che vivono e affidarlo completamente agli dei (aìon), dare la loro vita terrena in cambio di quella eterna (senza garanzia alcuna).
Quante volte invece pensi di essere vivo perchè hai un appuntamento alle sei, ma ci sei?
Un pò tutti, ammettiamolo ci perdiamo in questo esserci o non esserci veramente e qualche volta va bene anche così.
Non è facile afferrare quel giovane dalla nuca rasata e sembra che voli leggero e veloce senza darci troppe possibilità di pensarci.
Ma non temete, questa è la rappresentazione del suo primo parrucchiere, Lisippo.
Come al solito le rappresentazioni mitiche sono un pò estreme.
La moda cambia e i parrucchieri si evolvono, i parrucchieri siete Voi!
Scegliete la vostra acconciatura per il vostro kairos, un pò di codino sulla nuca lo lascerei di modo che questo gran bel figlio di Zeus ogni tanto si faccia trattenere ma attenti non esagerate coi capelli lunghi, altrimenti non sarà più un giovane leggero e scattante, dinamico e progettuale; sarà solo un gran bel capellone narciso e seduttivo!
Kairos, ammettiamolo, fa un pò paura.
Ma fa paura perchè non lo si conosce, perchè si muove, perchè è dinamico.
Quando gli uomini hanno gli attacchi di panico non sono dei malati con buona pace di certi professionisti della mente, superficiali come dei parrucchieri falliti.
Il panico rappresenta la nostra vitalità, il fascino verso il giovane Kairos: l'abbiamo visto, ci è piaciuto ma ci è sconosciuto. Egli è accattivante e così diverso dal tempo che ci viene scandito (kronos).

Abbiate coraggio, superate la prima vertigine e inizierete a vivere davvero!
Siate diversi scegliete la vostra acconciatura, ora potete farlo!


Nessuno infatti, quando è al principio, può sapere che cosa troverà in sé.
E come potrebbe anche presentire ciò che troverà, dal momento che ciò che troverà non esiste ancora? Con strumenti presi in prestito egli scava in un terreno che esso pure è preso in prestito ed estraneo, è un terreno che appartiene ad altri. Quando per la prima volta, d’improvviso, si trova dinanzi qualcosa che non conosce, che non gli giunge da nessuna parte, egli si spaventa e vacilla: poiché quella è veramente cosa sua. Può essere una cosa da poco, un’arachide, una radice, una minuscola pietra, una puntura velenosa, un odore nuovo, un suono inesplicabile, o anche una linfa oscura che si spinge lontano: quando egli ha il coraggio e l’accortezza di destarsi dalla prima vertigine di paura per riconoscere e dar nome a ciò che ha trovato, allora comincia la sua vera vita.”
E. Canetti 1972

sabato 6 febbraio 2010

Massimo Scognamiglio se ne fa un bagno



Bagnante delle Terme-
opera creata su i-phone da disteso da M.Scognamiglio (Gennaio 2010).

Massimo si spoglia (se non vuoi guardare girati):

Massimo Scognamiglio,Follower delle Terme, evangelista del web, nato a Roma, Italia il 12 agosto 1969. Vive e lavora a Roma. Scognamiglio è stato uno dei pionieri del World Wide Web in Italia. Ha iniziato nei primi anni '80 con le BBS e successivamente nel 1994 ha partecipato ai primi progetti Web italiani: una sua intervista, sul tema della Web Animation, concessa alla storica trasmissione televisiva "Mediamente" la si può leggere al seguente indirizzo: http://www.mediamente.rai.it/quotidiano/… Lavora come direttore creativo per i media tradizionali e per progetti innovativi. Come artista lavora con diverse tecniche: dall'acrilico alla computer grafica. Ha partecipato a molte mostre, la più importante è stata "La Coscienza Luccicante" (1998) al Palazzo delle Esposizioni a Roma: ha rappresentato l'Italia nella categoria "cd rom d'artista". Inoltre ha partecipato alla XII quadriennale di Roma. Ha scritto articoli sui new media ed è stato invitato come relatore a diverse conferenze. Ha scritto un libro dal titolo: "WebWorkFlow - Il processo di sviluppo dei siti web (2000). È uno dei primi autori di film girati con cellulari.

La Vita è in quattro Tempi: il mito di Kronos (2)



Francisco Goya- Museo "El Prado"-Madrid (Espana)

Crono era il più giovane dei Titani. Egli aiutò la madre a liberarsi di Urano che giaceva costantemente su di lei impedendo ai figli concepiti di uscire dal suo grembo. Crono evirò il padre con un falcetto fabbricato dalla Terra al proprio interno, gettò l'organo amputato nel mare e prese il posto di Urano alla guida del mondo. Crono scacciò i fratelli Ciclopi ed Ecatonchiri e li confinò nel Tartaro. In seguito sposò la sorella Rea, con la quale generò i principali dei del Pantheon greco. I genitori dei due però avevano predetto a Crono che sarebbe stato a sua volta detronizzato da uno dei suoi figli. Per evitare di perdere il potere così come era capitato a suo padre Urano (spodestato da Crono stesso), il dio prese a divorare i piccoli figli via via che Rea li partoriva. Questa partorì Demetra, Era, Estia, Ade e Poseidone, tutti divorati da Crono. Infine diede alla luce Zeus, il suo terzo figlio maschio, sul Monte Liceo, in Arcadia (o secondo altre versioni a Creta, dove era fuggita precedentemente) e dopo aver tuffato Zeus nel fiume Neda lo affidò alla madre Terra. A Crono invece era stata recapitata una pietra avvolta in fasce al posto di suo figlio Zeus.
Zeus, una volta cresciuto, somministrò a Crono un veleno che gli fece vomitare tutti i figli ingoiati; in seguito, dopo una guerra intrapresa insieme ai fratelli liberati, riuscì a vincere il padre, a rinchiuderlo e ad affidarlo alla custodia degli Ecatonchiri, per l'eternità. Zeus liberò successivamente anche i Ciclopi (giganti con un occhio solo) e gli Ecantochiri (mostri con cento braccia e cento gambe); in cambio i Ciclopi gli regalarono i fulmini, e lui scelse come dimora il più alto dei monti della Grecia: l'Olimpo.

In kronos risiede il dramma della ripetizione (sapeva che avrebbe fatto la stessa fine del padre per mano dei figli), che rassicura ma soffoca, inibisce nuove nascite, impedisce la generatività. D’altra parte kronos viene sconfitto da Rea quando lei si consente il tra-dimento (nel mito rappresentato con l’inganno della pietra) rispetto al sistema già sperimentato. Solo quando kronos viene tradito il mondo può nascere (non a caso è zeus il padre di tutti gli dei: quindi il più generativo della mitologia è colui il quale sconfigge kronos).

lunedì 1 febbraio 2010

La Vita è in quattro Tempi:essere o non essere crono-logici (1)

Non siate crono-logici ma siate diversamente esistenti, siate divertenti! Provate a pensarvi in quattro tempi, ovvero tenete conto di avere bisogno di tutti e quattro. Così potrete comprendere i vostri comportamenti, i vostri bisogni e i vostri desideri,anche quelli degli altri. Se saprete quali sono i tempi che vi servono per vivere ogni cosa può avere una sua spiegazione e una sua lettura. Starà a voi capire qual è il miglior tempo da vivere in assoluto e scegliere quello più congeniale da vivere in un certo istante: Aìon,Kronos,Kairos o quello che passa da uno all'altro? Sarà un breve volo in quattro (!) puntate sul tempo; e non abbiate fretta, ognuno ha i suoi tempi... TdS



Ora sapete quali sono i quattro tempi in questione, da ora potremo giocare col tempo.
E voi ne avete un quinto da proporre? Saremmo lieti di conoscerlo!
Sarà interessante e divertente se proverete a interagire e portarci i vostri vissuti temporali.
Con quale tempo prevalente approcciate ad una storia d'amore?
E con quale andate al lavoro tutte le mattine?
Avete mai provato a vivere in un tempo e pensare in un altro?
Siete persone Kronos o Kairos ?
Vedremo....
Alla prossima seduta di stretching!

TdS

Il Volto della Paura




Dopo l'incidente

Massimo Scognamiglio, Roma (opera creata da sdraiato su i-phone dopo incidente stradale), Gennaio 2010